Tuesday, March 16, 2010

Stage 2009-10 Conoscenza e Nature

Conoscenza e Natura

Stage, Villa Mirafiori, Roma, 2 febbraio - 11 maggio 2010.
Coordinatori: Emiliano Ippoliti, Diana Quarantotto.
Tutor: Diego De Simone, Laura Di Paolo, Silvia Di Paolo, Fabio Sterpetti.

Questo post è la continuazione online degli incontri e dei dibattiti dello stage (Programma dello stage - Premio dello Stage)

La relazione tra conoscenza e natura è un argomento classico della riflessione filosofica, ed è stata pensata e declinata in vari modi, che dipendono sia da cosa si intende per conoscenza e sia da cosa si intende per natura.
Il tentativo di indagare questa relazione ha pertanto prodotto varie riflessioni, che cercano di stabile se la conoscenza, intesa sia come insieme dei meccanismi cognitivi sia come insieme delle teorie scientifiche,  sia  riducibile o meno (i.e. interamente spiegabile) alla natura, ossia al sostrato fisico-chimico-biologico di tali fenomeni.
La riposta alla questione sollevata dalla relazione tra conoscenza e natura è connessa all'evoluzione e allo sviluppo delle scienze fisico-chimiche-biologiche (ad esempio la teoria darwiniana, le scienze cognitive, etc.) e solleva altri interrogativi: cosa debba intendersi per razionalità (se sia locale o meno, se sia diretta o meno, etc.), cosa sia lo sviluppo della scienza (se sia lineare oppure no, ossia se procede per "accumulo lineare" della conoscenza, etc.), quale sia l'eventuale ruolo o il compito della filosofia nell'indagine scientifica (se sia una scienza fondativa rispetto alle scienze oppure no, sia sia in continuità o meno con le scienze, etc.), quale sia il rapporto tra evoluzione biologica ed evoluzione culturale.
Per esempio, si può sostenere, come ha fatto Popper, che i nostri meccanismi conoscitivi sono riducibili ai processi naturali evolutivi (EEM: epistemologia evoluzionistica dei meccanismi) e che le nostre teorie scientifiche si evolvano per mezzo di leggi di carattere evoluzionistico, mediante procedure di selezione delle ipotesi basate su processi per tentativi ed errori (EET: epistemologia evoluzionistica delle teorie).
Ora, negli ultimi trent'anni sono state avanzate varie posizioni teoriche che tentano di fornire in modo abbastanza espicito una risposta alla questione della relazione tra conoscenza a natura. Tra esse possiamo elencarne almeno quattro:

1) il funzionalismo (per vedere il video della presentazione cliccare qui; per vedere il video del dibattito cliccare qui)
Tutor: Silvia Di Paolo;
Gruppo: Filomena Piccirilli, Giulia Proietti, Stefano Pontecorvi, Damiano Bruziches, Gaeteno Grisolia, Maria Cristina Leone.

2) l'epistemologia evoluzionistica (per vedere il video della presentazione cliccare qui; per vedere il video del dibattito cliccare qui; per vedere le slide della presentazione cliccare qui);
Tutor: Laura Di Paolo.
Gruppo: Alessandro Savi, Flavia Fabris, Xuan De Angelis, Claudia Gaudino, Giovanni Formisano, Paolo Barucca.

3) l'epistemologia costruttivistica (per vedere il video della presentazione cliccare qui; per vedere i video del dibattito cliccare qui (1) e cliccare qui (2); per vedere le slide della presentazione cliccare qui (1) e cliccare qui (2) );
Tutor: Fabio Sterpetti;
Gruppo: Giulio Marini, Vito Frabrizio Brugnola, Eleonora Musella, Andrea Raimondi, Simone Bureca, Nicola Campagnani.

4) il naturalismo euristico (per ascoltare on line la presentazione e il dibattito cliccare qui).
Tutor: Diego de Simone.
Gruppo: Loredana Fanciulli, Nicole Cilia, Antonella Fucci, Stefano Bongiovanni, Antonella Tramacere, Jacopo D’Alonzo.

4 comments:

nicole said...

Ciao a tutti, sono Nicole e faccio parte del gruppo "naturalismo euristico". Rivolgo l'attenzione alla tesi Costruttivista.
La vostra prima affermazione è stata: " Non c'è interazione tra uomo e ambiente". Questa questione, in seguito, è stata ritirata e sotituita con: "se anche ci fosse (interazione tra uomo e ambiente), l'ambiente non dà niente".
Quindi, l'interazione è unidirezionale, dall'uomo all'ambiente. L'uomo attraverso le sue strutture "costruisce" il proprio ambiente. Ma, se stanno cosi le cose, come si spiegano i recenti studi di epigenetica, secondo i quali l'ambiente ed i comportamenti sono in grado di influenzare la struttura e la funzione cerebrale?

Giulio Marini said...

Ciao Nicole, sono Giulio. Provo a rispondere alla tua domanda. In seguito al rapporto sistema/ambiente si producono delle perturbazioni che fanno risonanza all'interno del sistema, risultando informative nel momento in cui vengono confrontate con la struttura del sistema stesso. La chiusura operativa del sistema non è una chiusura totale, altrimenti il rapporto tra il sistema e il suo ambiente non sarebbe in alcun modo "produttivo". L'interazione è molto relativa, nel senso che l'ambiente non offre nulla sistema, ma quelle irritazioni che si formano vengono confrontate con i risultati di precedenti operazioni interne al sistema. Per questo motivo sosteniamo che il sistema opera ricorsivamente. Se ti può interessare, ho postato sul mio blog il commento al testo di Luhmann. Spero di esserti stato d'aiuto.
Ciao Giulio

nicole said...

Ciao Giulio, scusa se sono insistente ma non trovo risposta alla mia domanda nel tuo post. Andiamo con ordine. Tu scrivi: "in seguito al rapporto sistema/ambiente si producono delle perturbazioni che fanno risonanza all'interno del sistema, risultando informative nel momento in cui vengono confrontate col sistema stesso". Ma, dove si producono queste perturbazioni? E com'è questo rapporto? Cioè, qual è la direzione di questo rapporto? Provo a formulare due possibili risposte.
1)Il sistema perturba l'ambiente: in questo caso la domanda rimane la stessa, cioè quella formulata nel mio primo commento.
2)L'ambiente perturba il sistema: ma allora, come si puo sostenere che il sistema in questione sia ricorsivo?. Inoltre, tu scrivi: "l'interazione è molto relativa, nel senso che l'ambiente non offre nulla al sistema, ma quelle irritazioni che si formano vengono confrontate con i risultati di precedenti operazioni interne al sistema stesso". Di nuovo, se l'ambiente non offre nulla al sistema, cosa sono le "irritazioni"? Inoltre, dal fatto che sia possibile confrontare quest'ultime con altre operazioni già presenti nel sistema, non dovrebbe seguirne che il sistema è ricorsivo. Le operazioni da confrontare, infatti, sono esterne al sistema e lo modificano.
Non riesco a trovare il commento al testo di Luhmann.
Ciao Nicole

Giulio Marini said...

Ciao Nicole.
Non preoccuparti, anzi .. stavamo giusto pensando con gli altra ragazzi di vederci in incontri informali tutti insieme per continuare a scambiare opinioni in merito a queste teorie.

Allora: le perturbazioni, o irritazioni, non vengono create ne dall'ambiente ne dal sistema, ma sono prodotte in seguito al rapporto. Questo rapporto sistema/ambiente non ha una direzione, non muove nè in un senso nè in un altro, ma produce un qualcosa che viene confrontato all'interno del sistema con i risultati che il sitema ha ottenuto da precedenti operazioni. Per questo sosteniamo la ricorsività del sistema; pensiamo che il sistema operi ricorsivamente perchè le sue operazioni sono ricorsive. Non si confronta di volta in volta con l'ambiente ma è in grado di reagire ai risultati delle sue precedenti operazioni. Bisogna cercare di non perdere di vista che il sistema è chiuso operativamente, quindi le operazioni avvengono al suo interno e i risultati di queste non superano mai i suoi confini.

Questo è il link del mio blog dove puoi trovare il testo
Ciao
Giulio
http://giulio-marini.blogspot.com/