Saturday, May 1, 2010

Epistemologia Evoluzionistica (EE) - Tentativi ed errori

Un carattere fondamentale della filosofia di Popper è la sistematizzazione filosofica di una realtà evidente ed onnipresente nella vita umana, che coinvolge ognuno di noi ogni giorno spesso più volte al giorno, speriamo comunque non noi, oggi: l'errore.

La certezza non si può raggiungere pur supponendo di essere giunti alla verità, e questo concetto di Popper ad un esame più attento risulta una sorta di parafrasi del primo teorema di Godel. Tuttavia la conoscenza non deve presentarsi nella forma della certezza.

La critica dell'aspettativa sul proprio ambiente, ovvero i tentativi, gli esperimenti, tracciano però una linea di demarcazione tra ciò che supera il vaglio della corrispondenza e ciò che non lo fa, tra chi sopravvive all'evoluzione e chi non sopravvive, tra ciò che diviene falso e ciò che non smentito oggi dovrà subire una nuova critica domani.

La conoscenza ha il carattere di aspettativa in quanto essa è una aspettativa che ha superato il vaglio della corrispondenza, e si è corroborata.
Il procedere delle teorie è un movimento incessante tra i problemi sollevati dalle osservazioni inaspettate. La buona teoria, come il buon organismo, deve essere in grado di cambiare di fronte ai problemi che essa stessa si è andata a cercare tramite le osservazioni che sono cariche di teoria. Le osservazioni pur cariche di teoria possono essere comunque inaspettate e contraddittorie con le teorie vigenti.

Proverbiale la frase di Rabi di fronte alla scoperta del muone non predetta dalla teoria delle particelle elementari all'epoca, che disse: "E questa chi l'ha chiesta?".

Tutti gli organismi sono risolutori di problemi e procedono per prove ed errori.

(Come detto dal collega). Questo è vero sia per Einstein, sia per un'ameba. La differenza è che le teorie dell'ameba fanno parte della sua struttura fisica, invece Einstein formula teorie che esprime con suoni o con la scrittura. (e aggiungerei, elaborava con i neuroni del suo cervello speciale, come attestato scientificamente)

L'esempio estremo, quasi ardito, di Popper riguarda i batteri fotoautotrofi ipotizzati da Wachtershauser, nel mare primordiale, che svilupparono due cicli chimici, l'uno relativo alla fotosintesi, l'altro relativo alla rilevazione della radiazione. Secondo tale teoria, una delle tante teorie, i batteri che svilupparono questa specifica conoscenza chimica, possibile solo sulla base dei cicli chimici preesistenti, poterono giungere sulla superficie del mare e cominciare a introdurre ossigeno nell'atmosfera, gli organismi che non ebbero tale sviluppo, che fecero ipotesi differenti, non sopravvissero all'ambiente superficiale.

L'adattamento del batterio segue il metodo per prova ed errori, e mostra come:
(...)tutta la nostra conoscenza è ipotetica. Essa è un adattamento a un ambiente in parte ignoto. A volte essa riesce, a volte fallisce, in quanto essa è il risultato di tentativi anticipatori e di errori inevitabili, e dell' eliminazione degli errori. Alcuni degli errori che sono entrati a far parte della costituzione di un organismo vengono eliminati eliminando il loro portatore, cioè il singolo organismo.

Ciò non accade ai singoli fisici che formulano una teoria falsificata, almeno questa è la mia speranza per il mio futuro.

L'esempio citato mostra inoltre una interessante omologia con l'epistemologia, l'osservazione non risulta un dato, nel senso di passiva ricezione, ma piuttosto un attivo prendere (come testimoniato dal gergo: "presa dati"). L'osservazione segue l'ipotesi, come la ricezione della luce segue lo sviluppo dell'organo batterico omologo dell'occhio umano.

Questa interazione fra aspettative ed errori porta gli organismi ad incorporare le proprie aspettative e ad acquisire conoscenza ma l'errore non è un privilegio dell'uomo, tutti gli animali sbagliano, sia come specie, sia come individui, e di conseguenza sia la specie, sia gli individui acquisiscono conoscenza.

Gli individui di una specie giungono in tal modo a possedere delle conoscenze innate frutto degli errori, o come direbbe Oscar Wilde, dell'esperienza della specie.


Paolo Barucca

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